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[Ps3, Xbox360] Bayonetta

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NeoDevil
view post Posted on 26/12/2009, 11:21




Genere: Azione
Sviluppatore: Platinum Games
Distributore: Halifax
Lingua: Italiano (sottotitoli)
Giocatori: 1
Data uscita: 8 Gennaio 2010

ASPETTATIVE:
- Lo spirito dell'action "alla Kamiya" è intatto
- Design originale
- Azione molo fluida

Mentre dal Sol Levante giungono entusiastiche le recensioni, in redazione è arrivato un codice ancora incompleto di Bayonetta, chiacchierato action in terza persona che deve la sua prematura fama alla notorietà del nome del suo ideatore: senza perdere il suo smalto Hideki Kamiya è passato nell’arco di un decennio da Resident Evil a Viewtiful Joe approdando al celebrato Devil May Cry, creando con quest’ultimo un vero e proprio sottogenere d’azione in terza persona caratterizzato da un design che mescola fantascienza, fantasy, abbigliamento emo e anime, condendo il tutto con una buona dose di tamarraggine ed azione frenetica a base di spade ed armi da fuoco.
Erede spirituale di questo lascito non indifferente è Bayonetta, una strega postmoderna afflitta da amnesia e sospesa tra due mondi; dimenticatevi la scopa ed il cappello a punta, il naso bitorzoluto ed il calderone. Bayonetta è un sventola da uno e novanta, fisico asciuttissimo ma prosperoso, occhiale da segretaria libertina e lunghissimi capelli magici, i quali oltre a ricoprire il suo corpo da favola come un’aderente tuta, sono in grado di assumere molte forme per stritolare chiunque si pari sul suo cammino.
Maga Magò è decisamente passata di moda.

Come ti reinvento la strega
Tralasciando qualunque spoiler di genere narrativo, andiamo al sodo del gameplay di Bayonetta, le cui basi vengono esplicitate sin dal concitato tutorial iniziale. L’intenzione degli sviluppatori era dal principio quella di fornire al giocatore una serie di semplici comandi con cui scatenare un vero inferno sul campo di battaglia, garantendo una varietà di mosse davvero invidiabile. Concatenando i due attacchi fisici disponibili, ovvero rapido e pesante, si ottengono una grandissima quantità di combo di intensità differente, che spesso culminano in rapide mosse conclusive che coinvolgono la capacità dei capelli di Bayonetta di assumere varie forme, come quella di un gigantesco stivale col tacco che schiaccia sadicamente i nemici. Per quanto sia possibile impratichirsi in queste combo in un’apposito spazio durante i caricamenti dei livelli, la varietà è tale che anche tentando combinazioni a caso si riuscirà il più delle volte a portare a termine sequenze efficaci, alcune delle quali di facile memorizzazione. Se il corpo a corpo si rivela quindi molto vario, gli attacchi da distanza non mancano, complici le quattro pistole magiche che Bayonetta porta con sé: due in vita, altre due montate sul tacco dello stivale. Un tasto è dedicato all’utilizzo di quelle a portata di mano, mentre la pressione prolungata del tasto dedicato agli attacchi rapidi porterà all’esplosione di diversi colpi subito dopo la mossa di corpo a corpo, in un’unica fluida sequenza.
Alle combo base di cui sopra, se ne affiancano altre che mescolano efficacemente l'atleticità della protagonista con la potenza delle armi da fuoco: basterà ruotare velocemente una leva analogica e premere un tasto perché la strega si metta a testa in giù ed inizi a distribuire piombo dalle pistole montate sugli stivali, lasciando al giocatore la possibilità di ruotare la telecamera e mirare con comodo ai nemici.
Dopo qualche attimo necessario per assimilare tutti gli attacchi, l’azione comincerà a scorrere con una notevole fluidità, rendendo il massacro degli avversari molto simile ad una droga da cui staccarsi sarà via via più difficile. Sempre nell’ottica generale di fare del combattimento un flusso senza interruzioni, gli sviluppatori hanno creato un sistema che ad ogni attacco portato con successo va a riempire una barra posta sotto a quella dell’energia, costituita da una serie di sfere luminose. Una volta riempita, essa permette di assestare una coreografica finishing move contro il malcapitato di turno: in queste occasioni Bayonetta svelerà la sua natura più sadica, decapitando il poveretto con un’enorme ghigliottina o gettandolo nelle viscere di una vergine di ferro: alla gran faccia del dolcetto o scherzetto. Premendo velocemente il tasto indicato a schermo durante la mossa sarà inoltre possibile aumentare il bonus di danno e ricompensa ottenuti in cambio.
Per quanto la frenesia sia uno dei capisaldi del gameplay, l’occasione per rallentare saltuariamente il passo dell’azione effettivamente c’è: la pressione del grilletto destro permette a Bayonetta di esibirsi in un’elegante schivata, resa particolarmente utile dal fatto che la maggior parte dei nemici effettua una mossa distintiva pochi istanti prima di sferrare un attacco, permettendo quasi sempre al giocatore di reagire con tempismo. Nel caso si riesca ad evitare il colpo all’ultimo istante, verrà attivato il simpatico witch time, ovvero un breve rallentamento del tempo che permetterà di mettere a segno diversi colpi senza preoccuparsi degli attacchi nemici.
La varietà degli avversari è notevole, e le loro caratteristiche sembrano essere state studiate appositamente per permettere al giocatore di sviluppare tutto l'ampio spettro di attacchi a sua disposizione: da quelli che attaccano a terra si passa ben presto ad altri dotati di ali, o comunque della capacità di librarsi in aria, i quali costringono il giocatore a complesse evoluzioni sfruttando il doppio salto a disposizione di Bayonetta. Frequente è l'incontro con diversi miniboss, i quali sono spesso caratterizzati da pattern di attacco lenti ma devastanti e da punti precisi del corpo in cui è bene colpire con forza per sbarazzarsene in fretta.
Il gameplay standard è talvolta spezzato dalla necessità di risolvere piccoli enigmi, spesso implicanti utilizzi "fantasiosi" del witch time, e da sezioni platform, alcune delle quali variate dalla possibilità di correre sui muri e sui soffitti delle ambientazioni, operazione possibile solo quando la luna è alta nel cielo. Vi sono infine le boss fights vere e proprie, combattute come vuole la tradizione contro avversari di dimensioni colossali, caratterizzati da pattern di attacco fissi che è bene memorizzare al fine di scovare al più presto un punto debole.
Non manca un completo comparto upgrade, il quale si presenta sotto forma di un negozio accessibile tramite portali collocati nei vari livelli di gioco: gestito da un losco figuro di nome Rodin, lo shop permette a Bayonetta di spendere le anime accumulate in una moltitudine di armi che vadano a sostituire le sue preziose pistole, e miglioramenti di vario genere, tra cui quelli alla salute.
Da brava strega, Bayonetta non poteva non darsi alla preparazione di pozioni: combinando in un apposito menu diversi reagenti trovati sul campo di battaglia, il giocatore potrà ottenere un ampio numero di preparati che spaziano dal recupero della salute a boost temporanei delle statistiche d'attacco.

Comparto tecnico
Il design di Bayonetta è frutto di un notevole mix di ispirazioni diverse, dal fumetto alla cinematografia, le quali danno vita ad un'ambientazione talmente delirante da non volersi nemmeno fregiare di qualsivoglia credibilità. La città fittizia di Vigrid, ipoteticamente sita in Europa, è un groviglio di gotico e neoclassico, barocco e postmoderno. Colori accesissimi, architettura eccessiva, tutto cattura lo sguardo del giocatore, senza però riuscire a fare breccia nei sentimenti o nella memora: non si tratta di mancanza di personalità, ma di incisività. Bayonetta è ben caratterizzata nei suoi eccessi, e così i diversi comprimari che ci è stato possibile incontrare durante le lunghe cut scenes che si occupano di dipanare l'intricata matassa narrativa.
Il design dei livelli non può non ricordare quello di Devil May Cry: l'alternanza di location al chiuso ed all'aperto non intacca la linearità di fondo, e per quanto gli orizzonti appaiano talvolta molto vasti le possibilità di esplorazione sono limitate, e la la strada da percorrere è sempre una soltanto.
Dal punto di vista strettamente tecnico, Bayonetta non si presenta purtroppo altrettanto curato: modelli poligonali risicati per le ambientazioni e texture slavate si presentano con una certa frequenza, anche se il sintomo più evidente dell'incuria con cui il titolo è stato rifinito è la telecamera: essa si presenta come un ibrido tra automatica e manuale, permettendo la rotazione nella maggior parte della situazioni. Purtroppo l'automatismo funziona spesso male, e durante gli scontri più concitati ci si trova a fissare angoli di muro o il cielo senza la minima idea di dove sia finita la protagonista. Molto simile il problema che si manifesta nelle boss fights combattute in spazi angusti, dove l'enorme mole dei nemici rende spesso difficile capire dove ci si trova ed in che direzione si sta colpendo.
Per quanto il codice in nostro possesso sia ancora incompleto, nutriamo dubbi sul fatto che questo genere di mancanze troveranno soluzione nella versione finale, ed è probabile che essi rimarranno difetti congeniti del titolo.
Il comparto audio conferma la natura poliedrica del concept, offrendo una colonna sonora molto jappo che contrasta talvolta fortemente con i toni epici degli scontri cui si prende parte.


http://www.spaziogames.it/index.aspx
 
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